Un primo assaggio del Buddhismo della Terra Pura

Cos’è il Buddhismo della Terra Pura? E’ un po’ come chiedere “Cos’è un giardino?” o “Cosa si prova nell’amore?”. Se chiedessi a un centinaio di diversi Buddhisti della Terra Pura, riceveresti un centinaio di risposte diverse. Questo perché ti diranno cosa il Buddhismo della Terra Pura è per loro – enfatizzando le parti che trovano preziose o significanti, o le parti che gli sono state inculcate dai loro insegnanti, e passando sopra gli aspetti che non risuonano con loro. Potrebbero descriverlo in termini liturgici, metafisici, o storici, a seconda del modo in cui preferiscono dare un senso al mondo. Naturalmente, faremo entrambe le cose – che è il motivo per cui vogliamo includere alcune storie dei membri del nostro Sangha, così che possiate ascoltare uno spettro di voci più ampio rispetto a solo due di noi. 

Ecco la mia risposta. Il Buddhismo della Terra Pura è una tradizione del Buddhismo formalizzata nel Giappone del dodicesimo secolo, ma le cui radici vanno indietro al tempo del Buddha Shakyamuni (che ha fondato il Buddhismo) duemilacinquecento anni fa. Pone un’enfasi sulla natura inevitabilmente sciocca degli esseri umani, e sui poteri salvifici del Buddha Amida attraverso una semplice pratica che ci connette a questo Buddha. In altre parole, il Buddhismo della Terra Pura è onesto a proposito dei nostri limiti, e ci offre un paradigma attraverso il quale la nostra sciocchezza può essere trasformata in grazia. Il Buddhismo della Terra Pura ci da la fede e ci aiuta a vivere più impavidamente. 

Non sapevo niente di ciò quando partecipai alla mia prima funzione Buddhista della Terra Pura, mentre mi trovavo al “The Buddhist House” guidato dal mio insegnante Buddhista Dharmavidya David Brazier e la sua moglie di allora, Caroline Brazier. Mi trovavo lì per svolgere un tirocinio in psicoterapia Buddhista (sono entrambi psicoterapeuti). Durante i blocchi del nostro corso residenziale di nove giorni  ci è stato detto che eravamo i benvenuti a unirci alla comunità residente per le loro funzioni Buddhiste del mattino o della sera.

Mi unii a loro qualche volta, senza sapere proprio perché – forse spinta dalla curiosità, o da una nozione romantica di come fosse “essere una Buddhista”. Non sapevo come fare, così sedetti accanto a Hussam e Elena, che avevo appena incontrato al corso di terapia, e li copiai. Recitammo strani canti in Inglese e in lingue straniere, camminammo lentamente attorno alla stanza del tempio, cantammo bizzarri inni e facemmo le prostrazioni, inchinandoci dritti sul pavimento. Una volta facemmo un qualcosa chiamato “mille nembutsu” dove ognuno diceva “Namo Amida Bu” ad una certa velocità, in continuazione. Questo trasformò la stanza del tempio in uno spazio invaso da api, e il ronzio della recitazione mi avvolgeva mentre producevo un piccolo, imbarazzato rumore. Come mi sentivo riguardo tutto ciò? Non lo so.

Quello che notai era la differenza tra gli studenti che partecipavano alla liturgia e quelli che non lo facevano. Era una qualità che avevo trovato molto forte in Dharmavidya e Carolina – una fiducia in se stessi molto profonda e calma. Sembrava che conoscessero o avessero qualcosa che  non avevo, e io ne volevo un po’.

Ricordo che stavo chiacchierando con Helen e Hussam dopo la colazione, e li sentii usare la parola bombu. Quando gli chiesi cosa significasse, la loro descrizione mi attrasse immediatamente: esseri sciocchi dalla passione selvaggia – tutti noi. Ridevano della loro sciocchezza mentre parlavano e provai un senso di sollievo. Andava veramente bene essere piena di avarizia e passione, ed essere accettabile così com’ero? Non avevo idea di cosa mi stesse accettando a quel punto, ma ero felice di averla!

Questo, e un frammento da uno dei due brani di testo che recitavamo (… Amida ti riceverà, e non avrai paura di niente, dal momento in cui tutto è assicurato …)  furono sufficienti a farmi tornare. Erano i piccoli agganci che mi tenevano coinvolta abbastanza da erodere un po’ del mio scetticismo e della mia mancanza di fiducia.

Tutti veniamo catturati da questi piccoli agganci in vari punti delle nostre vite. A volte gli agganci non sono d’aiuto – restiamo in una relazione troppo a lungo perché abbiamo un piccolo assaggio di qualcosa che desideriamo disperatamente, nonostante ci vengano fornite molte evidenze che non ne avremo di più. A volte gli agganci si presentano come egoisti (ci possiamo impegnare in una nuova carriera perché siamo motivati dal guadagnare più denaro) e finire per essere motivati dalla compassione (ci piace aiutare le persone di quanto non pensassimo). Ci sono degli agganci che vi tengono incollati alla lettura di questo libro? Da qualche altra parte nella vostra vita?

Mentre scrivo queste parole sono le 7 del mattino, ed entro un’ora indosserò la mia tonaca e guiderò la nostra usuale funzione del venerdì mattina. Più tardi speriamo di creare il nostro primo orticello di verdure nel giardino del tempio, e stasera avremo il nostro pasto comunitario settimanale. Domani guideremo un giorno di ritiro chiamato “Proprio come sei”. Sono felice che il mio primo piccolo assaggio di Buddhismo della Terra Pura sia stato abbastanza intrigante da incoraggiarmi a farmi tornare. Sembra che ci abbia preso gusto.